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sabato 12 marzo 2011

DESTINAZIONE PIERCING - Cortissimo racconto vintage




Indossando pepli e tuniche impalpabili, calzando coturni iridescenti adibiti al teletrasporto, sono arrivati dal pianeta della moda sul pianeta terra. Per salvarlo, per colonizzarlo, e anche per motivi di studio. Stiliste, stilisti, regine e re del baratto arrivano dal loro pianeta sul mondo. La società degli abitanti del pianeta della moda ha sviluppato una profonda spiritualità. La loro vita sociale si basa su quattro rituali: il primo, quello della confezione degli abiti; il secondo, quello della vestizione dei cavalieri e delle cavallerizze androgini; il terzo, le sfilate e gli happening; il quarto, lo scambio degli abiti.
La vestizione dei cavalieri multimediali e delle pacifiche guerriere eolico-solari occupa buona parte della giornata dei cittadini del pianeta della moda. Ogni giorno si bardano vestendosi con drappi e accessori, dispositivi digitali e stoffe luminose. Armati di eepc e auricolari-tatuati addosso. Decorati con nomi e marche che si intrecciano come fili, per dare vita ad una lingua, marchi di fabbriche virtuali profumano questi affascinanti soggetti collettivi, rilasciando le loro fragranze sugli ologrammi dei corpi in movimento.
I cataloghi di moda per stagioni ancora da inventare che coniugano luoghi topici dell’alta moda, della pubblicità e del quotidiano sovrapporsi del azioni, entità umane e cibernetiche, oggetti virtuali, status vestiti. Sono in costante attività, sempre in movimento, alla ricerca di nuove sfumature di colore e originali soluzioni per riuscire a mostrare lo splendore di corpi e menti.
Ma l'eleganza, quella vera, per il popolo del pianeta della moda, si gioca nella capacità di cambiamento, di travestimento. E quel popolo si trasforma continuamente, considerando tale parametro una qualità notevole. La vestizione, i drappeggi e la colorazione del piumaggio continua ad essere fondamentale nella convivenza civile, per i nuovi coloni. Ma mentre in epoche passate era lo sgargiante scintillio a dominare la scena, ora il pregio maggiore è l'invisibilità.
Le regine viola del baratto sono rimaste molto sorprese ascoltando la seguente conversazione umana: “No, dai, non tagliare tutta quella stoffa.., ne basta la metà”. “Ma guarda che non è stoffa, sono fili e piccoli pannelli solari”. “Che strano tessuto”. Sul pianeta della moda tutti usano da tempo quel tipo di materiale per confezionare abiti. Gli umani, invece, stanno ancora sperimentando in quel senso, sembrano essere alle prime armi.
Le sfilate sono sempre state impegnative, il dispendio notevole di energia vitale. Le monache-modelle, donne dalla spiccata spiritualità votate alla moda, ricordano una scritta diffusa sugli specchi dei camerini di prova delle boutique dei centri commerciali interstellari: “Attenzione: prova poetica d’autore!”. Loro sfilano sempre insieme agli artisti, attraverso le passerelle consonanti e vocali della creazione della moda seriale. Haute couture del verso, alta sartoria del linguaggio, tra griffe e montaggio, assemblaggio di materiali, labirinti di tagli innovativi e classici, edificano e dipingono la società attraverso oggetti, parole, concetti liquidi..
Con tutto questo materiale speciale, gli abitanti del pianeta della moda si coprono il corpo, il volto, i piedi, il capo. Studiano, percorrono e nominano anche l’universo dei resti, di ciò che si scambiano o che è invecchiato e che si trasforma e riconfigura. Con tutto ciò realizzano un ampio cameo sulle modalità di scambio di beni e idee, e ora preludono alla ciclica ricomposizione del percorso, riutilizzando forme, materiali e disegni. Da noi si chiamerebbe eco-moda, eco-design. Scintillanti back-stage e vestizione di gialli principi e viola principesse digitali.
La tecnologia del tessuto a scomparsa ha da moltissimo tempo cambiato le abitudini degli abitanti del pianeta della moda. Mobile e immobile. I nuovi coloni hanno portato con sé molta documentazione ed un ricco repertorio di flora e fauna dell’attuale prêt-à-porter metropolitano interplanetario. Una stratificazione di oggetti e di tele che sono visioni, coprono e nascondono pelle, ossa, carne delle modelle e dei modelli che arrivano da diversi mondi, scandagliando nel profondo i messaggi criptati esistenti sia nei costumi di scena quotidiani, sia nei loghi che ne costituiscono la confezione.
Repertorio di nomi e stili che fluttuano tra le pieghe del vestuario di scena dell’individuo metaforico che popola il globo. Un canto e una preghiera al loro corpo di oggi, al loro corpo presente, patinato e delicatamente sfiorato da vesti culturali, oggetto di studio e complesso, stratificato frutto prezioso.
Abiti mutanti. Vestirsi e spogliarsi con il telecomando è normale, sul pianeta della moda, una delle loro usanze consolidate e che i coloni vorrebbero importare. Tessitura della luce. Moda dell’impalpabile. I loro vestiti sono fatti di confortevoli fototessuti e termofototessuti.
Una cosa molto complicata da capire, per i re gialli del pianeta della moda, e per tutti i loro diplomatici, esperti in sostenibilità ecologica e per le regine del baratto, è lo strano e incomprensibile metodo su cui gli esseri umani basano la loro moda, la loro vita sociale, la loro sussistenza. Usano un antico marchingegno, un metodo chiamato denaro, poco trendy, ma tra loro ancora in vogue.
Quando si sono teletrasportati sul pianeta terra, all’inizio i coloni sono arrivati in una zona che hanno molto apprezzato e chiamato Burkina Fashion, per poi trasferirsi e colonizzare quell’intero immenso pianeta. La missione è stata ribattezzata, dopo il suo compimento, avvenuto con successo. I coloni hanno scelto come abitazioni e campi base i piercing appesi alle orecchie o collocati sulle sopracciglia degli umani, gli antichi abitanti di quel pianeta strano ma tutto sommato accogliente.
Quelle postazioni erano comode e stabili, da lì potevano anche inviare aggiornamenti al pianeta della moda, erano confortevoli, e in prospettiva sembravano essere un buon inizio per tentare di entrare in contatto con quei primitivi giganti senza farli spaventare. Il nuovo nome di quella riuscitissima impresa, totalmente nuova per gli abitanti del pianeta della moda, è “destinazione piercing”. Ma in realtà l’avventura era appena cominciata.

domenica 14 febbraio 2010

Un mio racconto.. del 1992

DRAMMA IN UN ATTO


Questo breve-racconto-breve l’ho pubblicato, con il fantasiosissimo (!) pseudonimo di Flavia (il mio secondo nome..) Addolorato, nel 1992 sul numero 10 (pp. 43/44) della frizzante rivista genovese La Rosa Purpurea del Cairo. Satira e Letteratura. Il racconto era stato anche premiato a Lodi in occasione di un concorso di racconti di satira, con un lauto buono da spendere in libri (ricordo di essermi.ci comprata, tra altri, Goethe, Flaubert, Nietzsche..).


PICCOLO DRAMMA A LIETO FINE (?)

PERSONAGGI:
LEI
LUI
L’ALTRA
L’ALTRO


TRAMA ESSENZIALE

Lei era scappata da lui portandosi via i loro romanzi d’appendice.

Lui l’aveva denunciata per furto d’affetto.

Lei sorridendo era tornata e aveva ripresto a stirare per lui.

Lui la tradiva con l’altr, una vetero.figlia.dei.fiori dalle gonne lunghe e dai pensieri ancora liberi.

Lei gli rinfaccia di averla trascinata nel borghesismo più bieco e di averle fatto spegnere il fuoco degli ideali della gioventù e, soprattutto, di non farle più mettere gonne lunghe.

Lui è confuso. Si accorge di aver sbagliato romanzo d’appendice per la sua vita, come sua vita.

L’altra si annoia vedendolo sempre così pensieroso e lo lascia per un ideale socialista con maglione peruviano.

Lei lo deride vedendolo abbandonato dall’altra e sempre così depresso.

Lui vorrebbe scappare e ricominciare.

Lei trova un altro che apprezza le gonne lunghe e le regala libri di Simone de Beauvoir.

Lui se ne va dal suo impiego in ospedale e si iscrive alla Lega Lombarda perché l’altro è meridionale.

Lei ricomincia a scrivere poesie e ad essere attiva politicamente nelle file dei e delle pacifisti/e.

Lui prende a randellate l’altro durante una spedizione punitiva al tram dei meridionali.

L’altro perde un occhio.

Lei è disperata

Lui è in prigione, ma ci rimane solo due ore perché è un ‘medico di vasta fama’ e non è violento.

L’altra riappare cercando da lui una raccomandazione per trovare un posto in ospedale per il figlio che ha 20 anni e... ‘Ti ricordi di noi due…?’

Lui la prende a randellate durante un pacifico scambio di idee.

Lei trova l’altra svenuta sul marciapiede e la soccorre.

Lui è scappato.

L’altra perde un occhio.

Lui è in prigione ma ci rimane solo tre ore perché è un medico famoso e non è violento, ma dovrebbe fare più attenzione quando stappa le bottiglie di champagne per festeggiare le vecchie amiche (non si sa mai, potrebbero perdere un occhio!).

Lei, l’unica che può avere ancora una visione globale della situazione (avere due occhi a volte può essere utile), cerca di indurlo alla ragione.

Lui si ammansisce.

Lei torna a stare con lui.

Lei lo coccola.

Lui ogni tanto esce per pestare.

Lui la coccola.

Passano gli anni.

Lui è sempre un po’, come si può dire… quasi violento.

Lei stira, l’unico occhio che le rimane serve proprio a questo.

FINE