sabato 19 marzo 2011

Quattro poesie di Mindy Zhang






















La musica della luna


Ho conosciuto la poetessa, musicista e traduttrice sino-statunitense Mindy Zhang al Festival Internazionale di poesia Kritya, organizzato a Nagpur, precisamente nel centro dell’India, nello stato del Maharashtra, nel gennaio del 2011. Qui ho avuto modo di ascoltare Mindy sia leggere che cantare i suoi componimenti e anche di scoprire insieme a lei l’atmosfera della città di Nagpur, guidate dalla poetessa indiana Sampurna Chattarnij, dal poeta iraniano-statunitense Mamhoud Karimi-Hakak e dalla giovanissima neo-poetessa indiana Zhora Mastr. I lavori di Mindy Zheng vertono principalmente sull’esperienza e sulla letteratura di viaggio, ma anche della letteratura migrante e dell’esilio. Oltre a questi aspetti, sviluppa anche molto le tematiche di genere, focalizzate a partire da un punto di vista che prende in considerazione contemporaneamente condizioni, tradizioni, studi sia letterari che sociali orientali e occidentali, presentando così un ricchissimo patrimonio culturale sul tema della donna, un vastissimo repertorio di situazioni, immagini, critica. Le poesie selezionate per questa brevissima antologia in italiano riguardano però temi che rimandano soprattutto al pensiero e alle simbologie taoiste: sia per la descrizione dei rapporti e delle esperienze, che per il profondo legame che si stabilisce tra il mondo tangibile, del sentire dell’essere umano e quello della natura, che formano e vengono presentati nel loro insieme come un unico corpo vivente. I versi di Mindy sono di un’intensità quasi sconcertante, e raggiungono i sensi e il pensiero come frecce scoccate con precisa lucidità proprio al centro del sentire. Al centro di questa brevissima antologia stanno la luna e la musica presente nella vita. (A.A.)


Quattro poesie di Mindy Zhang
Traduzioni dall’inglese di Annelisa Addolorato



UNA VECCHIA CANZONE

Tanto, tanto tempo fa tu eri il mio vecchio cognato,
o sembravi esserlo. La casa costruita da mia sorella
per te non può imprigionare la mia natura selvaggia.

Tu sai che mi piace camminare di notte,
senza ali, né potere, né abilità -
attraverso il ricordo ho trovato una forza interiore.

Mi muovo qua e là come se volassi, spingendoti fuori dalla trappola
di quella gabbia. Ma forse sarei rimasta imprigionata
a te, facendo di una lanterna una gabbia, illuminando cicatrici

di cinquemila anni fa. userò cinque pietre colorate per curare
la ferita che non si è rimarginata. Il mio amore per te
non ha bisogno di una biblioteca per essere immagazzinato,
né di un calendario su cui essere evidenziato.

Non ha bisogno di un macchinario per essere classificato (non lasciarli cercare!).
Noi non abbiamo confine: nessun posto per nasconderci, nessun posto da trovare.
Persino ad occhi chiusi, ci guardiamo dritto negli occhi -

Noi siamo gli occhi dell’altro. Schiena a schiena, cielo e terra.
Faccia a faccia, combattiamo e mordiamo - e tutte le consonanti scompaiono.
Nessuno aveva mai sperimentato questa doppia vocale, per un tempo così lungo.

(2010. Da Cinque poesie con dedica)



DI RITORNO A LOS ANGELES DA SANTA BARBARA NELLA NOTTE DEL 16 AGOSTO

Sul confine, a est, per un attimo. La luna
riposa qui davanti, brillante, piena
di pensieri che non possono essere colti
in nessuna sfumatura, ma che si possono dire in una O
perfetta - solo un inizio in 36 giri.

Poi lui indosserà la sua maglia nera, ogni
giorno, fino a coprire tutto il corpo tranne
una minuscola curva. Poi lui la toglierà, poco
a poco, fino a toglierla del TUTTO, come ora, mostrandosi
completamente a me. Gli occhi, quando il passato si nasconde -

diventano maree, stanotte. Senza vento, solamente una nebbia
fluida - che trattiene amore alla velocità della stessa parola.
Poi anche questa quiete si muove, lasciando una fresca
impronta delle labbra, sospesi lì, come quando eravamo l’uno
davanti all’altra, una volta, due esseri che da yin e yang

diventano uno, raccogliendosi a forma di S
per poche ore, poi all’estremo opposto,
come una luna piena - puoi difficilmente vedere
le linee tra le labbra, che si confondono come sentieri. L’amore
si adagia lì in mezzo, vive lì.


LUNA BLU, LUNA ROSSA

Sto raggiungendo l’età del giudizio, e così giro intorno a te.
Ogni nuova posizione porterà a qualcosa di ignoto, il segreto
delle attrazioni. Ma piena o piatta, io sono plasmata da te
nell’immagine di uno specchio, il potere tra noi smentisce.

Quando le onde più piccole mi raggiungono, tu muti la mia curva
in una luna blu, come Escher, dai Paesi Bassi,
ha creato le illusioni dei paesi di nessuno. Da diciannove anni
il nostro nuovo incontro diventa primo amore - un pezzo di limone

che cade nel bicchiere. Tu non sorgi dal bicchiere
ma mi fai spuntare le ali, e mi liberi
dalla gabbia. Ogni notte ti guardo come una promessa sposa, acqua
fresca, vedo come mi fai diventare piena un’altra volta,

e arrivi ogni mese. So che avrò una lunga vita
da trascorrere e tessere, amandoti facendo l’amore.

(2010. Da Blue Suites, Questions of Gender)

N.d.A. : Sulla note del 31 dicembre del 2009, quando ci fu la seconda luna piena del mese, la luna blu. La luna blu si manifesta a Capodanno ogni diciannove anni. L’espressione luna rossa si riferisce a un’eclisse lunare.



LUNA NERA, LUNA PORPORA

Ed eccoci al II movimento. Questa notte non c’è vento,
le foglie dormono sulla neve. Vieni tesoro,
non aver paura di seguire i miei passi,

323, 34565-4-323, possiamo usare semplici annotazioni,
inciampando nell’oscurità. Non c’è solitudine
paragonabile alla vibrazione dei bassi, né distanza

che si possa immaginare simile a quella da qui a qui, né amore
che potrebbe far scorrere più profondamente questa notte - il suono
residuo indugia dopo il climax delle variazioni.

Non più , dopo tutto. Il prossimo
movimento è complicato per il pubblico degli ascoltatori. Non puoi vedere come
eseguono un glissando insieme a te ad ogni scala, ma

possono sentire come tremoli e trilli ogni nota
negli armonici. Nessun destino soffre più dell’incontro
tra 323 e 34565-4-323. Dopo il clarinetto,
si sono uniti gli archi, e quali ostacoli non possiamo
superare? Semplice o composto, tutto plasmato in accordi,
l’unica eccezione sei tu quando decomposto.

(2010)
N.d.A. : I numeri menzionati nella poesia sono notazioni musicali per l’inizio del secondo movimento del Concierto de Aranjuez del compositore spagnolo Joaquín Rodrigo.




Sull’autrice: Mindy Zhang (ovvero Ming Di) è una poetessa e traduttrice cinese che vive negli Stati Uniti. È redattrice della rivista bilingue cinese-inglese Poetry East West. Ha pubblicato sei sillogi: Etudes in D minor, Berlin Story-photo poems, Days Flowing through Footages, Selected Poems of Ming Di, The Art of Splitting, e Chords Breaking. I suoi lavori di traduzione sono stati pubblicati in Cina e a Taiwan, e i suoi lavori più recenti in veste di traduttrice sono Selected Poems of Ha Jin (2009) e The Writer as Migrant (2010). Ha ottenuto quattro premi letterari per I suoi saggi e la sua poesia. È stata invitata alla Conferenza Internazionale Simmons sulla Poesia Cinese moderna (2004), alla Conferenza Internazionale Australiana sulla Letteratura Esiliata (Taiwan 2007), allo Struga Poetry Evenings in Macedonia (2010), al Södermalms Poesifestival in Svezia (2010) e al Kritya International Poetry Festival in India (2011). È anche musicista: suona il gu zheng, strumento* musicale tradizionale cinese (*a corde, incluso nella famiglia delle cetre).


I parte - Continua(...)

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