venerdì 14 ottobre 2011

La poesia di Mona Lisa Jena (India)





La poesia di Mona Lisa Jena è ricca di riferimenti, immagini e provenienti dalla letteratura indiana classica, che l’autrice armonizza con l’esperienza e la vita quotidiana e interiore delle donne indiane di oggi. Le figure femminili rivestono nei suoi versi una grandissima importanza.
Mona Lisa Jena è una celebre scrittrice, traduttrice, giornalista e poetessa indiana. Ha pubblicato vari libri, tra cui due volumi di poesia in lingua Oryia: Nisarga Dhwani e A Sabu Dhrubamuhurta, oltre a una raccolta di racconti: Indramalatira Shoka. Ha tradotto in Oryia vari testi di letteratura Assamese (sia poesia che prosa poetry). Ha anche tradotto in inglese vari testi di letteratura Oryia. La sua poesia ha come temi principali l’amore, l’attesa, la separazione e la comunione, argomenti che spingono a riflettere sulle relazioni umane in un mondo in perpetuo mutamento.
Ha ottenuto vari riconoscimenti molto prestigiosi, come il Sahitya Akademi Award, il premio Rajiv Gandhi Sadbhavana Award, il premio Kadambini e il premio per la letteratura del Kedarnath Research Foundation. È attualmente Ricercatrice presso il Ministero di Cultura del governo indiano a Nuova Delhi, e sta realizzando uno studio comparato sulla letteratura Oryia e Assamese.
Mona Lisa Jena attualmente vive a Mukunda Prasad, Khurda, Orissa.



Undici poesie di Monalisa Jena
I parte, cinque poesie sull’amore e l’identità

Traduzione dall'inglese di Annelisa Addolorato


1)
40 giorni

Quaranta giorni
Passo dopo passo
Arrendersi
La notte trascorre a tratti.
Da una luna nuova
All’altra,
Ancora una volta
La notte di un inutile girovagare
Si perde tra le strade
Le parole si deteriorano
Il destino inizia a parlare.

Quaranta giorni di penitenza
Tra riti di purificazione e rinuncia
Io ti desidero
Giorno dopo giorno
Contando e ricontando
I grani del rosario
Per l’eternità.

Tu torni
Dopo quaranta giorni
E io sono felice
Tu mi fai scoppiare di gioia
Come un turbine
Io fiorisco come fa l’albero del fuoco
Durante i monsoni.

Quaranta giorni di purificazione dell’anima
Occhi limpidi come perline di cristallo
Mi avvicino a te con la mia innocenza
E tu in cambio
mi accarezzi.

Non potresti più abitare
come un’immagine di distacco, immobile,
al centro del mio cuore…
La luna sorge
e si immerge
Anno dopo anno
Nell’incantevole notte stellata
Noi festeggiamo il giorno dell’amore
Tu chiedi ancora
all’esperienza
una separazione
di quaranta giorni.



2)
Dilemma

Cosa si prova durante un incontro d’amore?
E nella separazione?
Dentro di me, due anime sono impegnate
In un’infinita battaglia l’una contro l’altra.
Perché tu ti lamenti in pura disperazione,
Sconsolato?

Perché bruci fino a diventare cenere
Quando il chiaro di luna scintilla
In un cielo così splendente?
Come morto, per tutta la notte…
Sai che solo dopo una notte così
Un’anima eletta vivrà una volta di più,
E diventerà morbida come il tuo respiro,
Slegando il variegato fogliame della densa giungla?
Tu abbracci l’addio
per sorseggiare il nettare dell’incontro,
e anche tu
desideri quell’incontro, conoscendo bene i fuochi della separazione!
Tu sai anche
Che la separazione ci rende indigenti,
Perché la felicità dell’incontro dimora in quella reale separazione.


3)
Autunno

La notte si è infittita
I fiori della notte hanno sprigionato il profumo del chiaro di luna
E la luna vaga tra nuvole verginali
Come un arcobaleno

Torna sotto forma di poesia
Ci sono le lacrime dell’autunno
Quelle che narrano segnali in abbondanza

Non è facile
Per il cuore scorrere via in una raffica di vento
Il mio nido è fatto di pochi rami
E qualcuno
Durante gli ultimo giorni d’autunno
L’ha distrutto, gettato al suolo e abbandonato.



4)
La regina più amata

"O mia amata"!
Chi mi chiamava,
in modo così affettuoso
per la prima volta?
Pugnalato dal mio amore
E non per colpa mia?

In un’anticamera,
inondata da un mistico bagliore blu
Mi stavo sciogliendo ----
lentamente,
come una farfalla impazzita
E come i petali che cadono dei fiori Patali.
E poi?

Sulla cima delle montagne
Si stendono le rovine del palazzo di Nahargarh
Il loro corso d’acqua riempito dalle mie lacrime
E i miei singhiozzi; antico di cinque secoli!
Allora, io ero l’amata regina
Di un capo tribale

Lui mi venne a prendere in una spedizione di caccia
Senza danza, senza il suono dei tamburi, senza canzoni
E neppure l’altare del matrimonio
Allora io ero la sua amata regina,
…… la prescelta
La freccia del principe tremò
E mancò il suo bersaglio
L’antilope fece un sospiro di sollievo…

Là noi eravamo nove regine
e attendevamo i suoi favori
una infilò una collana di perle
Un’altra ricamò pantofole di seta
E un’altra ancora cercò di sedurre l’anziano re
Con sessantaquattro modi
Di fare l’amore

E io ero lì,
Perdutamente innamorata,
Aspettando il mio amato
Per cinque lunghe notti di
Perpetuo desiderio,
La delicatezza reale invecchiò…

Al momento opportuno
La regina più giovane urlò
Le mie intenzioni erano chiare!

Fui punita
Per essere il suo amore -
La definitive sentenza di morte.

La finestra della mia cella si apre
sulla profonda valle delle mie lacrime
qui mi innalzo, immortale,
Come un leggendario albero in fiore
Con una moneta dai petali d’oro.


5)
Una storia senza fine

Come per caso,
Il racconto inizia dalla fine…
Alla destinazione
La sorgente d’amore richiede separazione
Per l’eternità.

Fuori sta piovendo
I semi si disperdono
Nella foresta Sal
E le piogge danzano.
Le ebbre formiche volanti si muovono
Forsennatamente
Le pietre ricoperte d’erba sono inzuppate,
E
La sublimazione di quell’emozione
Potrebbe ancora non essere svanita

Un profondo sospiro
allontana il miraggio dell’amore….

Cercandoti,
E non incontrandoti ancora
In quell’angoscia di denuncia
E rifiuto
Si trova l’incertezza del mio destino.

Non so
Quale orizzonte io stia cercando
Nelle profondità del mio cuore
La galassia è offuscata

Nella fragranza dei fiori che sbocciano
Si sciolgono le dolcezze
Lentamente

Tu fai scorrere via
Con il tuo abbraccio appassionato
Gli anni della solitudine.
Non so bene
Cosa ricevo e cosa desidero.
Ti incontro nella mia ombra
trepidante
ogni notte, senza speranza…

Come il milione di frantumi dello specchio
Il tuo amore mi segue
Con un milione di scuse
Tu sei confuso
Dal mio disperato silenzio

Persino quest’ultimo incontro
Potrebbe non costringermi
Persino la più profonda voce di ogni identità
Può farmi dimenticare
Chi sono.

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