lunedì 12 marzo 2012

Bill Wolak, tradotto da Annelisa Addolorato

























Poesie dalla silloge Archeology of Light

(Cross-Cultural Communication, Merrick, New York 2011)


It's Dangerous Not to Love

I describe you to explain myself;
you are the context for my possibilities;
so my words belong to you because in the end
it's dangerous not to love.
And you emerge from me
not as a photograph entrusting
its single memory to paper,
but as an ear's reminder
of what the eye can never reach.

Two directions: one crossroad.
I: a rainmaker conjugating absences.
You: a dance floor to make time new.
I always approaching you,
finding your nakedness everywhere,
in the questioning spark of the blind man's eye,
in the sunlight warming gravestones,
in the embrace of an icebound harbor.
Always, I lick the thirst from your mirage.

Sometimes I disappear where you touch me;
sometimes the well of your body absorbs me
as I touch bottom.

Still, I explain you to describe myself.
You: the dream talking in many voices at once.
I: the sudden detachment of a wish expressed.


E’ pericoloso non amare

Descrivo te per spiegare me stesso;
sei il contesto delle mie possibilità;
così le mie parole ti appartengono perché alla fine
è pericoloso non amare.
E tu emergi da me
non come una fotografia che affida
il suo unico ricordo alla carta,
ma come il suggerimento dell’orecchio
di quello che l’occhio non può mai cogliere.

Due direzioni: un incrocio.
Io: un uomo della pioggia che coniuga assenze.
Tu: una danza per rinnovare il tempo.
Io ti raggiungo sempre,
trovando le tue nudità ovunque,
nella scintilla interrogativa del cieco occhio umano,
nella luce del giorno che scalda le lapidi,
nell’abbraccio del porto ghiacciato.
Io lecco via la sete dal tuo miraggio.

A volte scompaio quanto tu mi sfiori;
a volte la precisione del tuo corpo mi assorbe
facendomi affondare.
Ancora una volta, spiego te per descrivere me stesso.
Tu: il sogno che parla con varie voci in una.
Io: il repentino distacco di un desiderio espresso.



To Find the Position of the Heart

Give away your hands
to be able to hold.
Offer your dreams
to be safe from illusions.

Give up your voice
to be able to sing.
For a deeper silence,
surrender everything left unsaid.

Give our your tongue
to be able to thirst.
Offer what you possess
for what you can conceive.

Only what you have
yielded is yours.
From what you have given freely,
gather your heart.


Trovare la posizione del cuore
Disfarsi delle tue mani
per riuscire ad afferrare.
Offrire i tuoi sogni
per essere al sicuro dalle illusioni.

Rinunciare alla tua voce
per riuscire a cantare.
Per un silenzio più profondo,
rinunciare a tutto lasciandolo non detto.

Metti fine alla tua lingua
per poter avere sete.
Offri quello che possiedi
per quello che pianifichi.

Solamente quello che hai
realizzato tu è tuo.
Da quello che hai dato liberamente
prende forma il tuo cuore.



Love Opens the Hands

Only the heart enjoys
this fishing without a net;
beauty locks all the doors
and disaster breaks them down.

Long absence resonates anticipation
like the guesswork of desire,
but deep roots grow
deliberately around rock
so that any guest who finally arrives
eclipses the sun becoming the feast
and the wine and the dessert.

Touch the scar, and it
will offer some astounding advice:
loveliness fades, but not grace;
the world loves lightning
less than fire.

Love opens the hands for kindness.
and kindness is a debt
you never tire of repaying.


L’amore apre le mani

Solamente il cuore gioisce
di questa pesca senza reti;
la bellezza chiude tutte le porte
e il disastro le distrugge.

Una lunga assenza risuona come un’anticipazione
come il tentativo del desiderio,
ma profonde radici crescono
spontaneamente intorno alla roccia
così ogni ospite che arriva alla fine
eclissa il sole che diventa la festa
a il vino e il dolce.

Tocca la cicatrice e questa
offrirà qualche sorprendente avvertimento:
l’amabilità fa impallidire, ma non la grazia;
il mondo ama la luce
meno del fuoco.

L’amore apre le mani per gentilezza.
E la gentilezza è un debito
che non ti stanchi mai di ripagare.



Bio-bibliografia

Bill Wolak è americano. Ha pubblicato le due sillogi Pale as an Explosion e Love Emergencies (con Mahmood Karimi-Hakak). Ha tradotto in inglese Joyce Mansour, Stuart Merill e Francis Vielé-Griffin. Tra i suoi lavori più recenti c’è la cotraduzione, con Mahmood Karimi-Hakak) dei 51 Ghazal di Hafez (Cross-Cultural Communication, New York 2009). Sue traduzioni sono state pubblicate in varie riviste, tra le quali ricordiamo: Basalt , The Sufi Journal, Persian Heritage Magazine, Atalanza Review, Fellowship Magazine. Suoi saggi critici e interviste, in: Notre Dame Review, Southern Humanities Review, The Paterson Literary Review, Ascent Beatlick Magazine, Florida English. Bill Wolak è stato premiato per i suoi studi riguardanti l’India e l’Oriente con vari riconoscimenti, incluse due borse di studio Fulbright. Ha viaggiato in Asia, includendo soggiorni in Tibet, Nepal, Tailandia, Giappone e Cina. Nel 2007 ha formato parte di una delegazione pacifica in Iran per la riconciliazione, la giustizia e la pace, sponsorizzata dalla Fellowship of Reconciliation. Nel 2010 ha ottenuto un altro riconoscimento internazionale per gli studi sull’Asia, riguardante nello specifico Giappone e Cina. Ha partecipato nel 2011, a Nagpur, al Festival Poetico Internazionale indiano itinerante Kritya. Da più di vent’anni e professore associato presso il Dipartimento di Inglese dell’Università William Paterson., tradoto

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